L’avv. Mariella Cari, Vice Presidente della Fondazione, ha chiuso il ciclo di interventi affermando: "Con questo convegno di studi volevamo informare e non formare. Riteniamo che in questo momento i cittadini debbano avere la massima informazione per acquisire la giusta consapevolezza sul vivere in una zona sismica. Dobbiamo introitare la cultura del terremoto che ha ispirato poeti, cantori, letterati, altrimenti non cambiamo nulla. La Fondazione per statuto - prosegue l’avvocato - non può sostituirsi alle istituzioni, per cui noi abbiamo iniziato questo progetto di divulgazione e siamo disposti a collaborare con le istituzioni da cui attendiamo ulteriori iniziative, quali i piani di emergenza, eventuali piani della protezione civile, tutto ciò che ci consente di essere preparati e consapevoli.
Per gestire ed affrontare il terremoto che gli esperti ci hanno ricordato essere un evento ciclico, non prevedibile né arrestabile, il “sentire” istituzionale deve diffondersi insieme al sentire personale. Ogni cittadino deve metterci del suo, deve dimostrare impegno diretto anche economico. Il cambiamento deve partire anche dai cittadini. Usciamo da questo convegno senza rassicurazioni ma con la convinzione che la consapevolezza e la necessità di convivere con il terremoto possa generare una vera cultura della prevenzione del rischio sismico".