Il 15 dicembre 2017, in occasione del 25° anniversario della propria nascita, la Fondazione Varrone ha inaugurato una esposizione stabile nella sala mostre di Palazzo Potenziani, dedicata a due artisti reatini: Antonino Calcagnadoro e Giuseppe Ferrari. Con circa 100 opere esposte, il visitatore sarà accompagnato in un viaggio suggestivo tra Ottocento e Novecento, attraverso il mondo artistico dei due pittori, apprezzati in Italia e molto legati al territorio reatino.
La mostra riassume l'intera vicenda di Antonino Calcagnadoro, dalle prime opere fino alle immagini delle acciaierie di Terni, eseguite intorno al 1930, pochi anni prima della sua prematura scomparsa. Il percorso espositivo prende avvio con il dipinto giovanile Le Ultime ore di Gaetano Donizetti, che resta uno dei capolavori dell'artista per quanto concerne la pittura da cavalletto, e si articola in diverse sezioni tematiche che documentano motivi ricorrenti, anche in stagioni diverse, nel lavoro di Calcagnadoro. A cominciare dai Temi sacri e mitologici in cui sono raccolti alcuni lavori che richiamano, per certi aspetti, l'intensa attività di decoratore e pittore d'interni svolta per tutta la vita da Calcagnadoro. Molto significativa l'attenzione al tema del Lavoro con figure impegnate in occupazioni diverse. Segue la sezione dedicata a Figure e ritratti, un genere in cui Calcagnadoro riesce a caratterizzare con acuta sensibilità i singoli personaggi. L'artista, particolarmente sensibile ai motivi sociali, ha dedicato diversi dipinti alle fatiche dei lavori agricoli, alla vita nei campi che è comunque quasi risarcita, talora, dalla bellezza del paesaggio. Ma dalla solarità di certi scorci naturalistici si passa ai toni cupi dei Motivi di guerra, con l'immagine sinistra incombente del Cannone e ancora, in un'altra opera molto rappresentativa come in tempo di guerra accanto al fuoco, l'artista accosta la tecnica divisionista, allora molto in auge, pur senza aderirvi totalmente. Nel Paesaggio, che sia pure di diverse tipologie, ma soprattutto con vedute montane, conferma una vena naturalistica di matrice ottocentesca che ispira fino agli ultimi anni la pittura dell'artista. Seguono le Vedute di città, con scorci di Rieti, ma anche di Roma, la città in cui, trasferitosi ancor giovane, Calcagnadoro visse e insegnò per anni. Del tutto particolare è poi la sezione dedicata alla Natura morta, qui intesa in senso lato, dai fiori alle due grandi tele probabilmente realizzate per la stessa committenza. Conclude la mostra la serie di opere grafiche, ovvero disegni e incisioni che attestano il 'mestiere' lungamente e scrupolosamente coltivato dall'artista, anche in funzione, in molti casi, della sua attività di decoratore.
A questa copiosa raccolta antologica di Antonino Calcagnadoro si aggiunge una piccola sezione dedicata a Giuseppe Ferrari, altro artista rappresentativo dell’arte a cavallo tra Ottocento e Novecento. Nella saletta a lui destinata si possono ammirare dieci tele, alcune di grandi dimensioni, ed una scultura in bronzo grazie alle quali il visitatore potrà avere uno spaccato delle tecniche artistiche nonché dei soggetti maggiormente amati dall’artista.
ORARIO DI APERTURA AL PUBBLICO: Dal giugno 2019 la collezione è esposta nelle sale dell'Ex Chiesa San Giorgio
Info:
eventi@fondazionevarrone.it
0746.491423
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