Teatro pieno e applausi a scena aperta per il sipario del “Flavio”, che immortala la resa di Gerusalemme a un Vespasiano trionfante: nella Giornata Europea del Patrimonio la città ha ritrovato uno dei suoi tesori dimenticati, la grande tela dipinta da Antonino Calcagnadoro nel 1910 e da decenni inutilizzata per il suo pessimo stato di conservazione. Il lavoro degli allievi dell’Accademia di Belle Arti de L’Aquila – e tra loro una studentessa reatina, Maddalena Rossi – ha fatto il miracolo di ridare nuova vita all’opera anche se, come ha ricordato la professoressa Grazia De Cesare che ha diretto il cantiere, le fragilità rimangono e l’attenzione dovrà essere continua. Il sindaco Antonio Cicchetti ha sottolineato quanto sia divenuta complessa la manutenzione non solo della singola tela ma dell’intero teatro, anche per effetto di una legislazione che non sempre coglie l’originalità e la specificità di manufatti storici. E nel ringraziare la Fondazione Varrone per aver voluto finanziare il recupero del sipario, ha invitato i cittadini a sentirsi essi stessi custodi per primi dei beni pubblici, a cominciare proprio dal teatro. Un concetto su cui ha insistito anche Antonio D’Onofrio: “Rieti e la sua provincia sono pieni di tesori nascosti, spesso sconosciuti anche a chi qui è nato e vive da sempre: come Fondazione siamo impegnati nella riscoperta di luoghi e beni, ma poi è l’intera comunità a dover avere la consapevolezza del valore di ciò che ha e sentire la responsabilità della tutela”. Giuseppe Cassio, ispettore di zona della Soprintendenza, ha insistito sulla necessità della prevenzione e della manutenzione dei beni culturali, presupposti necessari perché questi vengano poi lasciati come eredità alle generazioni successive. All’assessore alla Cultura Gianfranco Formichetti il compito di guidare il folto pubblico che ha riempito il teatro nella “lettura” della cupola affrescata dal Rolland e del nesso con la tela dipinta dal Calcagnadoro. Poi è stata la volta della musica, con l’eccellente concerto dell’orchestra Nova Amadeus, affiancata dal Coro da Camera Italiano, che sotto la direzione del maestro Fabrizio da Ros ha eseguito musiche di Bach e Vivaldi. Anche per la Nova Amadeus è stato un ritorno, quello di ieri, avendo mosso i suoi primi passi nel 1992 proprio al Teatro Vespasiano, all’epoca sede del concorso Mattia Battistini ideato e diretto da Franca Valeri e dal maestro Maurizio Rinaldi. Rieti ha così centrato lo spirito delle Giornate Europee del Patrimonio, grazie alla proposta di Archivio di Stato, Biblioteca Paroniana, Comune di Rieti, Fondazione Varrone, Museo Civico e Regione Lazio accolta con grande attenzione e corale partecipazione dalla città.